
Come rispondere ai reclami sui social media
Limita le tue risposte ai reclami sui social a una singola risposta empatica. Molteplici risposte pubbliche possono danneggiare la reputazione del tuo Brand.
Il piano editoriale è il documento che riassume il posizionamento tematico dei nostri contenuti e le principali linee guida per costruirli e gestirli.
Il piano editoriale è un insieme di regole, di categorie, di argomenti e di parole chiave per fare in modo che i nostri contenuti siano sempre coerenti e centrati rispetto ad un argomento e ad un obiettivo.
In genere, quando definiamo un piano editoriale per un blog, ma anche Facebook e Instagram, abbiamo bisogno di una linea di contenuti da seguire così come per la newsletter.
Il piano editoriale dovrà essere declinato specificatamente per ogni canale e piattaforma che utilizzi adattandosi alle caratteristiche di ciascuna.
Si parte sempre da un obiettivo, che darò per scontato visto che leggi il nostro Blog che parla di digital marketing, che tu abbia un obiettivo di business legato alla creazione dei tuoi contenuti.
L’obiettivo può essere diretto come quello di generare una vendita o indiretto come quello di costruirti una reputazione online che servirà comunque a intercettare opportunità di lavoro e collaborazioni.
Nella stesura del tuo piano editoriale tieni sempre a mente sia l’obiettivo principale legato alla tua attività, sia gli obiettivi secondari legati invece alle prestazioni dei tuoi canali.
Alcune metriche che ci indicano il buon andamento di un blog, a parte il numero di visite, sono ad esempio:
Sui social un buon piano editoriale si traduce soprattutto in un aumento dei followers e dell’engagement.
Il piano editoriale si inserisce nel processo di inbound marketing per attirare le persone sulle nostre pagine.
Ti ricordo anche che avrai bisogno, prima di tutto, di una buona strategia SEO e di lavorare sulle tue parole chiave.
Identifica almeno cinque parole chiave che raccontano il tuo brand o la tua identità.
Saranno la tua stella polare per la costruzione dei contenuti che il piano editoriale veicolerà attraverso i diversi canali con articoli, post, immagini, video e newsletter.
In questa fase di ricerca sarà utile rintracciare le conversazioni in rete che ruotano intorno alle parole chiave selezionate e in quali luoghi si concentrano maggiormente.
Facebook, Instagram e Twitter raggruppano le conversazioni attraverso hashtag che possiamo seguire per restare costantemente aggiornati sui temi che vogliamo trattare.
Il piano editoriale dovrebbe ruotare attorno ad un tema principale ed eventualmente aprirne uno di secondario generando posizionamenti interessanti.
Cibo e viaggi, itinerari di gusto, libri e Life style, pagine di romanzi e di vita vera, lavoro, ecco quattro esempi inventati di blog, di posizionamento e di sottotitoli che raccontano un tema.
Se penso ad un aggettivo per descrivere il piano editoriale oggi, penso a verticale.
Un buon piano editoriale dovrebbe essere verticale. Non puoi permetterti di essere generalista.
Cerca la tua nicchia, il target che hai selezionato vuole leggere o guardare i contenuti fortemente tematici, ed è molto più facile per te assecondare questo bisogno piuttosto che ricercare continuamente temi nuovi.
Non credere di essere unico nella tua verticalità. Per avere successo è utilissimo lavorare con le mappe mentali, creando un’alberatura di possibili macro contenuti.
Crea la tua mappa. Inizia scrivendo al centro il tema principale. Poi crea tanti rami quante possono essere le categorie di contenuti nelle quali questo tema potrebbe articolarsi.
Quante dovrebbero essere le categorie di un blog? Né troppe né poche.
Quando lavori sulle categorie è importante che siano tutte coerenti con il tema, complementari fra loro, e mai sovrapposte.
Per ciascuna categoria prepara una lista di argomenti da trattare e ciascun argomento dovrà essere declinato in uno o più articoli.
Un piano editoriale non è mai statico, contiene sicuramente una porzione di contenuti più rigida perché saldamente ancorata all’area tematica.
I contenuti rigidi sono i pilastri del nostro piano editoriale, quelli di cui non possiamo fare a meno di trattare, quelli essenziali per la nicchia di riferimento.
Ci sarà poi una parte di contenuti dinamica o ricorrente, perché magari legata ad argomenti che tornano ciclicamente.
Pensiamo a tutto ciò che riguarda le stagioni e quindi il ritmo della vita, oppure semplicemente a quei punti che hanno bisogno di essere trattati più volte a causa di innovazioni, cambiamenti e aggiornamenti.
Un articolo su Instagram scritto nel 2021 conterrà informazioni del tutto nuove rispetto a quello scritto due anni prima.
Infine, ci sono i contenuti fluidi, variabili e flessibili pronti ad intercettare le conversazioni del momento.
Su questo tema occorre tuttavia prestare una certa attenzione.
Trovo, infatti, assolutamente inutile per un canale che propone, ad esempio, argomenti come ricette o consigli beauty o tutorial per il fai da te, mettersi a commentare qualsiasi cosa.
Semplicemente, se c’è qualcosa che scuote profondamente il mondo dei social, si possono sospendere per un giorno o due le nostre pubblicazioni.
Non muore nessuno, ed è meglio che mettersi a fare quello che fanno tutti, ovvero, del qualunquismo.
Risulta importante anche verificare periodicamente che il tuo piano editoriale risponda effettivamente ai gusti e agli interessi dei tuoi lettori.
Di tanto in tanto fatti delle domande. Quali sono i temi ed i contenuti più apprezzati?
Se ti accorgi che i temi che affronti non sono abbastanza coinvolgenti, aggiusta il tiro. Forse non stai centrando gli obiettivi per i canali che stai utilizzando.
Verifica quali canali ottengono i migliori risultati.
Non ha senso lavorare su tutti i canali e sicuramente è meglio presidiare bene pochi canali che averne tanti ma gestiti male.
Stiamo parlando di mappe e schemi per costruire piani editoriali tematici e, come abbiamo detto, verticali.
Ma quali insidie si nascondono dietro tutto ciò?
Quella, ad esempio, che tutto si appiattisca se trattiamo tutti gli stessi argomenti per lo stesso pubblico nella stessa nicchia.
Possiamo allora dire addio all’originalità e alla riconoscibilità.
Rinuncia ad unirti ad un coro. Se proprio non è possibile, fa in modo che il tuo stile e il tuo tono compensino sempre la scarsa originalità di un tema.
Parlare tutti degli stessi argomenti, anche se sono molto richiesti, non fa che svilire i contenuti e non è affatto lungimirante.
Adesso hai tutte le indicazioni per creare la tua mappa e un buon piano editoriale.
Buon lavoro.
ST
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